Negli ultimi anni Apple ha sostenuto molti sforzi per riuscire a realizzare completamente in proprio i dispositivi basati su iOS, arrivando a progettarsi in-loco i chip ARM che equipaggiano iPhone ed iPad. Lo stesso processo autarchico sembrerebbe essere in atto per i dispositivi della famiglia OS X, secondo quanto riporta Bloomberg.
Il passo principale per la progettazione in proprio dell’hardware utilizzato su MacBook e iMac è, sicuramente, il passaggio di questi dispositivi ai chip ARM, abbandonando l’architettura x86 ed Intel. Già in passato Apple ha affrontato il cambiamento dall’architettura PowerPC alla x86 di Intel, dunque non è nuova ad uno sforzo simile, soprattutto dal punto di vista dell’ottimizzazione software.
Bloomberg afferma che gli ingegneri di Apple, dopo l’esperienza avuta sui dispositivi iOS, sono ora sicuri che i chip ARM aumenteranno considerevolmente le proprie prestazioni in futuro, divenendo così adatti all’uso anche nei PC. La transizione potrebbe non avvenire nel breve periodo, ma molti, tra gli ingegneri di Apple, la considerano inevitabile.
L’unificazione tra i Mac ed i dispositivi iOS, d’altronde, potrebbe essere la chiave per gli sviluppi ed i successi futuri di Apple, nell’era post-Jobs. A tal proposito, Bloomberg fa notare come, dal licenziamento di Scott Forstall, da sempre più concentrato alla ottimizzazione di iOS e meno propenso alla fusione con OS X, Craig Federighi abbia ora campo libero per lavorare senza intoppi alla fusione dei due OS. Federighi ha sempre spinto verso questa strada, conscio che le funzioni di OS X ed iOS stessero diventando sempre più simili.
Per quanto riguarda il general manager di Apple, Tim Cook sembra realmente intenzionato ad offrire, ai clienti, un’esperienza d’uso del tutto simile tra Mac, tablet e smartphone entro il 2017, potrebbe essere dunque quella la data dell’abbandono di Intel.
D’altro canto, già Microsoft ha iniziato questo percorso con la realizzazione di Surface RT, un tablet che i vari produttori di hardware vedono come una vera e propria minaccia all’ordine costituito, con addirittura Acer che si è pubblicamente espresso, augurandosi il fallimento del progetto. Se i chip ARM di nuova generazione dovessero rivelarsi davvero all’altezza di sostituire gli attuali processori x86, la mossa sarebbe conveniente non soltanto per Apple, ma per un buon numero di produttori di PC.
La discussione tra ARM ed x86 tiene banco da anni, con sostenitori dell’una o dell’altra parte che si affrontano a colpi di analisi delle architetture. Indubbiamente oggi ARM è un’architettura dedicata principalmente all’efficienza energetica e non alle prestazioni pure, al contrario l’architettura x86 consente prestazioni superiori, ma porta con sé un bagaglio di istruzioni obsolete che molti chiedono venga eliminato, per alleggerire e semplificare il design dei chip. Poichè soltanto Intel ed AMD sono rimasti (ad eccezione di Via che produce chip x86 per usi di nicchia) in ambito x86, le due società non sono intenzionate a semplificare il design, cosa che darebbe la possibilità a nuovi attori di cimentarsi nella produzione di chip, x86 rimarrà, dunque, un pachiderma non ottimizzato e sviluppato soltanto da due grandi aziende.
ARM è un consorzio che permette a tutte le aziende licenziatarie di sviluppare e migliorare le architetture rilasciate, la velocità di sviluppo ed aggiornamento è nettamente superiore a quella della controparte x86. Non c’è dubbio che tra qualche anno avverrà il sorpasso.
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