Da quando Paul Otellini ha annunciato le proprie dimissioni da CEO di Intel, in molti si stanno interrogando sulle cause che hanno spinto a questa scelta. Gli analisti sembrano aver trovato le proprie risposte, le opinioni sono varie, ma tutte molto simili per quanto riguarda il principale motivo.
Forbes ha raccolto le opinioni di diversi analisti di spicco cercando di stilare un elenco di motivi plausibili per la decisione di Otellini. Tra le varie teorie, riceve molto credito la nuova competizione con ARM, che Intel non starebbe affrontando col giusto piglio, visti i risultati nel settore smartphone e tablet.
Secondo Doug Freedman, RBC Capital, “Le dimissioni di Otellini sono un’ulteriore sfida per Intel, ma potrebbero voler significare che la società voglia impegnarsi più seriamente in settori al di fuori di quello dei PC tradizionali….la società sta accusando le turbolenze nel settore PC, mentre non è stata in grado, in 5 anni, di sviluppare un prodotto decente per il mercato mobile, dominato da ARM. Crediamo che Intel potrà svilupparsi meglio, in questo settore, scegliendo un nuovo CEO che si focalizzi in ottica prodotto/cliente, ampliando le relazioni con i partner, piuttosto che uno più concentrato sullo sviluppo tecnologico dei prodotti.”
Hans Mosesmann, di Raymond James, afferma che “I tempi stanno cambiando ed è reale la possibilità che una nuova architettura ARM diventi virale. Per la diffusione di ARM, un ruolo importante è stato giocato da Apple e ciò ha già portato ad una diminuzione dell’importanza del ruolo dell’architettura x86. Anche se Intel ha avviato la costruzione di diverse fab di grosse dimensioni, con un investimento di 10 miliardi di dollari, ciò non cambia la nostra idea. Scommetto che Intel cercherà il suo nuovo CEO al di fuori della società e la ricerca non sarà facile.”
E’ poi la volta di Craig Berger, di FBR Capital, secondo cui “Intel dovrà affrontare una sfida difficile nel settore mobile, dove tablet ed handset stanno cannibalizzando i notebook, tra l’altro la società di Santa Clara non sta raccogliendo successi tra questi dispositivi. Credo che le dimissioni di Otellini siano da collegare all’immenso sforzo competitivo che Intel sta affrontando nel settore Mobile.”
Infine abbiamo già riportato le opinioni di Christopher Danely, di J.P. Morgan, il quale si attende che Intel assuma un atteggiamento più maturo nella gestione di tutti gli aspetti finanziari, mettendo in secondo piano gli sviluppi tecnologici.
Non sappiamo cosa succederà da qui a maggio (mese in cui diverranno effettive le dimissioni di Otellini), ma crediamo che alcuni scenari descritti dagli analisti siano difficili da realizzare. In primo luogo Intel non potrebbe mai diventare monopolista nel settore PC per via delle leggi Antitrust, c’è poi anche da considerare che AMD, per quanto in difficoltà, è tutt’altro che morta, con due prodotti più che validi, come APU e GPU, mentre le vendite di processori FX sono sotto le aspettative.
Il futuro dei PC sembra comunque puntare su soluzioni integrate e i consumatori stanno acquisendo sempre più consapevolezza dell’hardware delle proprie macchine. Il motivo per cui AMD è così indietro nelle vendite nel settore notebook, dove le APU sono un prodotto in grado di soddisfare quanto un Core i5, è puramente di marketing.
In secondo luogo, è sicuramente vero che la potenza di un SoC ARM attuale non può superare le CPU x86 di fascia media, ma un SoC Atom sì. Inoltre la curva di evoluzione dell’architettura ARM è più ripida di quella dell’architettura x86.
Ciò significa che, sebbene il pareggio di prestazioni sia un obiettivo a lungo termine, nel giro di un paio d’anni un SoC ARM sarà in grado di svolgere il 99% dei compiti che vengono affidati oggi a CPU x86, naturalmente software permettendo.
Qualunque opinione possa avere un analista finanziario, la realtà dei fatti è che l’architettura x86, così com’è ora, è destinata ad uno sviluppo lento, con miglioramenti del 10-15% ad ogni step evolutivo, mentre la ARM migliora con percentuali, nel peggiore dei casi, doppie.
Un quadro più chiaro della strada evolutiva dell’informatica si avrà quando ARM metterà in commercio i primi chip a 64-bit. In quel momento si potranno valutare le prestazioni e saranno il settore server e quello notebook i primi a fare i conti con i nuovi SoC.
Va anche considerato che ARM non è un singolo attore, ma un consorzio di aziende, la maggior parte delle quali gode di buona salute finanziaria, e tra le quali ci sono attori del calibro di Samsung, che come potere tecnologico non ha nulla da invidiare ad Intel stessa. La competizione contro l’ecosistema ARM non sarà, quindi, una lotta simile a quella con AMD, ma ordini di grandezza più complicata.
Intel ha di fronte un percorso tutt’altro che facile, anche se dispone di capacità finanziarie tali da potersi permettere qualunque strategia senza il rischio di fallimenti. Il futuro, però, non è affatto scritto.
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