A partire dal mese di dicembre, la NASA avvierà degli esperimenti sulla crescita di cibo in assenza di gravità, l’International Space Station (ISS) sarà il teatro degli esperimenti e gli astronauti dovranno cimentarsi nell’orticoltura.
Nei prossimi tre decenni, la NASA ha messo in agenda tre progetti ambiziosi: un viaggio della durata di un anno con obiettivo un asteroide, il ritorno sulla superficie lunare e lo sbarco su Marte. Tutti i viaggi prevedono un prolungato periodo nello spazio e richiederanno ingenti risorse, sia economiche, sia alimentari per la sopravvivenza degli astronauti. Per questo motivo, da dicembre, verranno iniziati degli esperimenti di crescita di vegetali sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Le tecnologie di riciclo dell’aria e dell’acqua sono giunge ad un livello di efficienza tale da permettere lunghi viaggi nello spazio siderale, l’acqua viene riciclata dalle acque grigie delle docce, dall’umidità dell’aria presente nella ISS e perfino dai rifiuti, mentre l’anidride carbonica prodotta dagli occupanti viene filtrata e l’ossigeno rigenerato per elettrolisi.
Resta dunque, un unico problema, quello del cibo. Attualmente, per assicurare la quantità di viveri necessaria ad una lunga permanenza nello spazio si utilizzano razioni liofilizzate ed altamente concentrate, ma ciò richiede una capacità di immagazzinamento comunque elevata e non può prescindere da rifornimenti terrestri.
Inviare nello spazio un Kg di cibo costa circa 20.000 dollari e, considerato che ogni astronauta necessita, approssimativamente di un Kg di cibo al giorno, riuscire a produrlo sulla ISS o su di una navicella in viaggio avrebbe risvolti economici e pratici di importanza colossale.
Il primo della serie di esperimenti prevista sarà relativamente semplice, agli astronauti verrà affidato il compito di far crescere 6 piantine di insalata romana sull’ISS, verranno utilizzate lampade a LED per fornire la luce necessaria al ciclo vitale delle piante, mentre il substrato di crescita sarà composto da una miscela ottimale, si stima di ottenere la crescita completa delle piante in circa un mese.
Se il primo esperimento avrà successo, si passerà a tentare la crescita di piantine di soia, i cui fagioli sono altamente proteici e possono essere trasformati in diversi cibi. Ogni avanzamento sarà un piccolo passo verso l’esplorazione spaziale autosufficiente.
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